Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Brindisi

Il 28 dicembre 1812, Aubin-Louis Millin lasciò Napoli per la Puglia. Era arrivato in Italia poco più di un anno prima con l’incarico del governo napoleonico di documentare lo stato di conservazione dei monumenti dei territori italiani entrati a far parte dell’Impero. Aveva pianificato quel suo viaggio sulla scia della tradizione che veniva dal Grand Tour rivisitata alla luce del gusto spiccatamente erudito del Sette e Ottocento, con un interesse prevalente per il Medioevo e con il desiderio di spingersi, tra i pochi, nelle terre del Meridione, sulle tracce delle dinastie di stirpe francese che lì avevano dominato.

Foto e didascalia di Arte Medievale

Ma quell’occasione gli permise in particolare di riunire un corpus di riproduzioni che, al di là del suo nobile desiderio di alimentare il dibattito scientifico e la conoscenza, avrebbe utilizzato nelle sue lezioni di archeologia alla Bibliothèque Nationale di Parigi e come illustrazioni delle opere che progettava di pubblicare. (Millin e le iscrizioni della Puglia medievale, di Cristina Mantegna)

Tra le migliaia di lettere che Millin ricevette dai numerosi corrispondenti europei con cui entrò in contatto nel corso della vita ce n’è una che gli fu inviata il 6 settembre 1813 dall’arcivescovo di Brindisi Annibale De Leo.

Foto e didascalia di Arte Medievale

In essa, tra la formula dei saluti e la firma, si leggono queste poche righe, che evidentemente l’ecclesiastico aggiunse in un secondo tempo:

«Ho ritrovato in un’Istorico di Brindisi la data del pavimento bizzarro di questa cattedrale ch’è dell’anno 1178 per ordine dell’Arcivescovo Guglielmo, e che poi è stato cancellato».

De Leo aveva ricavato questa notizia dal manoscritto seicentesco di Giovanni Maria Moricino, dove, come è noto, si trova la più antica menzione dell’opera. Ma è molto probabile che a sollecitare le sue ricerche fosse stato lo stesso Millin, il quale aveva soggiornato a Brindisi alla fine del gennaio 1813, aveva visitato la cattedrale ed era rimasto colpito dal mosaico pavimentale che certamente non conosceva. Di quel pavimento oggi, purtroppo, non restano che alcuni frammenti, venuti alla luce nel 1957 e nel 1968, sotto il nuovo litostrato fatto realizzare dall’arcivescovo Raffaele Ferrigno (1856- 1875), poco dopo la metà dell’Ottocento, forse anche per porre fine alla lunga agonia del precedente.

Foto e didascalia di Arte Medievale

Le condizioni dell’antico mosaico, infatti, erano andate peggiorando (tra catastrofi naturali, interventi di restauro e rifacimenti), a partire dal 20 febbraio 1743, quando un terribile terremoto devastò la città pugliese recando gravi danni alla cattedrale. Millin fu a Brindisi sessant’anni dopo il tragico evento ed entrò in una chiesa già ricostruita in forme tardo barocche. Anche sul pavimento si era certamente in qualche modo intervenuti, ma le ‘ferite’ causate dal sisma continuavano ad essere (e lo sarebbero state per sempre fino alla sua ‘cancellazione’) molto evidenti.

Nonostante uno degli scopi principali del suo viaggio fosse proprio quello di verificare lo stato conservativo dei monumenti, di ciò l’erudito non parla, almeno nella lettera che invia ai colleghi dell’Institut de France, quando cita la copia da lui stesso fatta eseguire del “mosaique où on voit Roland et l’archevéque Turpin, auprès de Cain, de Noé et d’autres personnages de l’Ancient Testament” (tr. mosaico dove vediamo Rolando e l’arcivescovo Turpin, con Caino, Noè e altri personaggi dell’Antico Testamento). Fu sicuramente il soggetto carolingio ad attirare l’attenzione del francese, il quale scelse questa come unica opera per ricordare la sua vivace attività di ricerca a Brindisi.

Nel 1904, Émile Bertaux, pubblica il primo volume de L’art dans l’Italie méridionale (tr. L’arte nell’Italia meridionale) con i disegni del mosaico che finalmente siglano il loro ingresso nel dibattito scientifico.

Foto e didascalia di Arte Medievale

 

Bibliografia:

Millin e i pavimenti figurati dell’Italia meridionale (secoli XI-XII), di Anna Maria D’Achille in Arte Medievale – IV serie, anno VIII, 2018. Sapienza Università di Roma – Silvana Editoriale

Articolo correlato

Il terribilissimo tremoto del 20 febbraro 1743 a Brindisi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *